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Sartre

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La differenza è che lui introduce un esistenzialismo laico. Per lui la questione era legata soprattutto al problema dell'uomo, l'uomo che vive questi momenti di angoscia, sofferenza, travaglio ecc.. deve andare a cercare le risposte non al di fuori ma dentro di lui. L'uomo risolve tutto quello che riguarda il problema esistenziale all'interno di sé, quindi non c'è spazio per dio nella sua filosofia. Quindi focalizza l'interesse nell'interiorità e quindi sull'uomo. Con Sartre la filosofia assume delle caratteristiche piuttosto differenti perché l'esistenzialismo si apre e non rimane più all'interno delle accademie e delle università ma in questo periodo la filosofia si apre. Sartre fu il compagno di vita di un'altra filosofa Simone De Beauvoir, la quale fu una rappresentante del movimento femminista e diede la possibilità a Sartre di analizzare la questione femminile anche dal punto di vista di una delle attiviste principali di qu

Heidegger

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Nella prima fase del suo pensiero, espressa ad esempio in  Essere e tempo , egli privilegia l' Esserci , cioè l'Uomo, come luogo in cui soltanto affiora il senso dell'essere, e dunque come centro della realtà. Nella seconda fase del suo pensiero, successiva alla  Kehre  (attorno al 1930), Heidegger rifiutò la definizione di esistenzialista (in particolare nella  Lettera sull'umanesimo  del 1947): il baricentro di tutto non è più l'uomo, ma l'essere. Con Husserl, Heidegger rinuncia a una interpretazione globale della realtà, cioè alla metafisica (intesa almeno in senso classico): la ragione non può interpretare  esaurientemente  il senso dell'essere; in altre parole l'uomo non può, ragionando, arrivare a dire: “ecco, adesso ho  capito  perché c'è la realtà che vedo e perchè io vivo”. Come per Husserl tutto quello che la filosofia può fare è, piuttosto che intrepretare,  descrivere , e ciò che è descritto è il fenomeno. La filosofia è  fenomenolog

Husserl

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Edmund Husserl nasce il 1859 a Prossnitz (attuale Repubblica Ceca) da una famiglia ebrea benestante. Portato per la matematica, si laurea in questa materia nel 1883. Successivamente si orienta verso gli studi filosofici, influenzazo in questo dalla personalità di Franz Brentano (docente di filosofia all'Università di Vienna e professore di Husserl). Si dedica all'insegnamento presso varie università tra cui quelle di Gottinga e Friburgo, dove conosce Heidegger. A seguito dell'avvento del nazismo, viene destituito da tutte le cariche e privato della cittadinanza tedesca. Muore a Friburgo nel 1938. Tutta la sua vita viene dedicata allo studio, alla ricerca dell'ideale della chiarezza. In quegli anni si sviluppa il movimento fenomenologico, di cui Husserl é il fondatore ed il maggior rappresentante.  La sua ultima opera " La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale" è forse quella che meglio spiega il suo pensiero: la civiltà europea, deva

domande di comprensione su Husserl

1. Esiste per Husserl un’accezione negativa di scetticismo, quella secondo cui la ragione si dissolve in un relativismo esasperato ma anche l’idea che lo scetticismo sia un passaggio necessario per l’argomentazione razionale e rispecchi la capacità stessa di mettere in questione radicalmente quelle certezze che si intrecciano fideisticamente nel rapporto tra vita e sapere scientifico. 2. Husserl ricorre al concetto chiave di intenzionalità, riprendendolo dal suo maestro Brentano. Quest’ultimo aveva messo in evidenza la capacità della mente di rapportarsi ad oggetti non esistenti “concretamente” nel mondo. Il termine intenzionalità riguarda anzitutto i fenomeni psichici, cioè i «vissuti» della coscienza.  Centrale è il concetto di “intenzionalità”, che contraddistingue per Husserl ogni atto ed operazione della coscienza: pensare qualcosa è sempre un “tendere verso”, un moto orientato verso un oggetto che rimane irriducibile alla coscienza ma a cui il moto stesso imprime una “

Bergson

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Il pensiero di Bergson si sviluppa dal concetto di tempo elaborato dalla fisica. Il tempo per la scienza è privo di durata, cioé esattamente la caratteristica che lo definisce. Il tempo visto dalla scienza é un tempo spazializzato, una successione misurabile ed uguale di istanti che possiamo raffigurare come una linea retta costituita da una serie infinita di punti tutti uguali. Questa immagine del tempo é quella fornita dall'orologio e ci da la rappresentazione dell'istante con la posizione delle lancette, ma non conserva nulla del tempo trascorso. Certamente questo concetto di tempo è utile in quanto, essendo misurabile, ci consente di organizzare la vita sociale (ad esempio se non esistesse questo concetto di tempo  non sapremmo quando prendere un treno e regnerebbe il caos). Secondo Bergson però questo non è il solo tempo che esiste. A fianco del tempo della scienza esiste il tempo della coscienza. Questo tempo non è fatto di singoli istanti ma di un flusso continuo di stat

Sigmund Freud

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Secondo Freud, il padre della psicoanalisi, esiste una dimensione inconscia della vita psichica. Egli quindi traforma radicalmente l'immagine dell'IO , della coscienza e della personalità. L'uomo è dominato da pulsioni di cui non ha il pieno controllo e caratterizzato da profondi conflittti interiori. La via privilegiata di accesso all'inconscio è per Freud l'interpretazione dei sogni, che secondo lui sono l'espressione dei desideri più profondi. Freud in quella che viene chiamata " prima topica " individua tre zone distinte all'interno della personalità dell'uomo: conscio, inconscio, preconscio. Il conscio è la zona consapevole, l'inconscio quella inconsapevole e il preconscio è caratterizzato da contenuti temporaneamente inconsapevoli ma passibili di accedere alla coscienza. Secondo lui esiste inoltre un processo di difesa, la rimozione, che consiste in una particolare forma di oblio con cui l'uomo respinge nell'inconscio le pul

Nietzsche

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Nietzsche  vuole celebrale  il trionfo sulla vita e la sua accettazione più totale e completa. Davanti alla crudeltà, alla sofferenza, all'incertezza dell’esistenza Nietzsche decide di essere un discepolo di Dioniso, il dio dell’ebbrezza che incarna le passioni del mondo e che si contrappone ad Apollo, dio dell'ordine e della razionalità. Nella seconda fase della sua filosofia, Nietzsche è mosso dal proposito di liberare la mente degli uomini da un “errore” fondamentale: la metafisica La critica a quest’ultima disciplina filosofica si concretizza nella nota espressione della “morte di Dio”. Chi è Dio? Secondo Nietzsche, Dio è la nostra più lunga menzogna, è la personificazione di tutte le varie certezze morali, religiose attraverso cui l’umanità ha dato un senso rassicurante al caos della vita. È l’essenza di tutte le credenze create dall'uomo. Scrive Nietzsche: «C’è un solo mondo ed è falso, crudele, contraddittorio, senza senso (…) Noi abbiamo bisogno della menzogn